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Un futuro migliore per le donne rifugiate: a Bologna, la comunità afghana a lavoro per l’integrazione con Ceragh

“Nella mia vita c’è stato un prima e un dopo il 15 agosto 2021”. A parlare, circondata dal verde
della campagna romagnola, è Amina (il nome è di fantasia), giovane donna afghana assistente
ricercatrice all’Università di Kabul. Ricorda bene quell’estate, quando, appena tornata in città dopo
il suo viaggio di nozze era pronta per scegliere i mobili con cui arredare la sua nuova casa e invece
è stata costretta a imbarcarsi su un aereo che l’ha evacuata a 5mila chilometri di distanza da casa,
mentre il presidente Ashraf Ghani lasciava il paese. Determinata a costruire una vita migliore per
sé stessa, non dimentica le bambine e ragazze rimaste in Afghanistan – a tre anni dall’irruzione
dell’esercito talebano a Kabul, a più di 1 milione di loro è negato l’accesso all’istruzione – mentre è
tornata a dare esami per conseguire una nuova laurea presso l’Università di Bologna.


C’era anche lei tra le rifugiate e i rifugiati afghani della comunità di Bologna che, lo scorso 7
ottobre, si sono riuniti per una giornata di confronto e condivisione sulla condizione delle donne
afghane in Italia
. Per la prima volta donne e uomini insieme, seduti allo stesso tavolo, mossi dal
senso di appartenenza nei confronti di una storia comune e, al contempo, dalla volontà di
migliorare le condizioni di vita delle donne rifugiate, che arrivate in Italia affrontano numerose
difficoltà nel loro percorso d’inclusione.


Dalla necessita dell’abbattimento delle barriere linguistiche – che spesso precludono anche
possibilità di formazione – alla ricerca del lavoro come strumento di emancipazione e
autodeterminazione
, fino ad arrivare al diritto alla salute e alla cura della sfera psicologica di tutte
coloro che, costrette in una condizione d’isolamento sociale, non vedono vie d’uscita: sono tante
le sfide emerse dall’incontro, così come molteplici le opportunità individuate da uomini e donne
insieme per supportare le rifugiate e migranti nel loro processo di integrazione.


S’inserisce nel solco di questi obiettivi l’operato di Ceragh, associazione che ha organizzato il
workshop: formata da oltre 30 volontarie e volontari – tutti rifugiati residenti in Italia – nasce
proprio dalla volontà di creare una rete di supporto per la comunità afghana e promuoverne
l’integrazione socio-economica in Italia
. Non a caso, il progetto che stanno implementando – e
con il quale sono stati selezionati nell’ambito del programma PartecipAzione – s’intitola “Un
futuro migliore”
e li ha portati, lo scorso 4 luglio, a costituirsi formalmente come Associazione, con
annessa registrazione presso l’Agenzia delle Entrate. Un passo importante a cui seguirà il prossimo
27 ottobre un evento pubblico di presentazione delle attività e degli obiettivi futuri, destinati a
supportare oltre 100 nuclei familiari.

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